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GIORNI ALL'EVENTO
DAYS TO THE EVENT

Arte ed economia circolare

Pep Marchegiani nasce ad Atri nel 1971, vive tra Pescara e Milano. Debutta giovanissimo nel mondo della creatività come grafico e successivamente come fashion designer per importanti maison internazionali. Fonda diversi brand specializzandosi nel licensing. Dal 2010 si dedica esclusivamente alla ricerca artista, iniziata anni prima, espone in Italia ed all’estero partecipando alla biennale di Venezia e alla biennale di economia circolare di Torino.
Artista ed imprenditore indipendente.
 
 
Pep, le tue performance hanno sempre suscitato dibattiti. La tua arte, provocatoria e critica nei confronti dei potenti del mondo, ha costantemente attirato l'attenzione della stampa nazionale e internazionale. Persino il New York Times ha parlato del tuo "Papa nero". Puoi raccontarci come è nata questa opera?

Le performance nascono dall’esigenza di raccontare lo stato dei fatti e di ipotizzare un futuro prossimo.
Nello specifico IL VIAGGIO DI PIETRO, questo è il titolo della performance, ipotizza una chiesa totalmente riformata che strizza l’occhio alle origini, ai precetti di povertà e di umiltà 
Celestino VI è l’esatta eredità di Pietro Angelerio ovvero Celestino V.

Negli ultimi anni hai iniziato a utilizzare la tua arte come strumento per sensibilizzare sul tema dell'economia circolare. Ci puoi parlare di "Pelle", che è il motivo per cui sarai ospite dell'Earth Technology Expo a Firenze?

Il ciclo PELLE è il passaggio, avvenuto nel 2020 ma lungamente incubato, dal figurativo al concettuale. Una maturità artistica riconoscibile, una ricerca che mette in dialogo l’uomo con il proprio habitat, le opere sono dei quesiti che contengono probabili soluzioni secretate e durature nel tempo. La tecnica di PELLE penetra nell’ambito aziendale in rapporto diretto con le aziende per quanto possibile, utilizzando i loro scarti industriali.

Si potrebbe affermare che ci sono nuove forme di gallerie d'arte, come aziende e scuole? Sono diventati il nuovo pubblico di riferimento per gli artisti, oppure i galleristi tradizionali continuano ad essere centrali nel mondo dell'arte?

Direi che l’Arte ha abbattuto i confini commerciali del'900 delle gallerie, delle fondazioni o dei curatori.
Oltre alle aziende ed alle scuole i social e i NFT hanno sdoganato un monopolio che stava soffocando in primis gli artisti.
Alcune aziende si dimostrano sensibili alle discipline artistiche ma non possono essere inquadrate nell’orbita del mecenatismo puro come fu quello Mediceo, si dimostrano propense a creare un capitale economico che il più delle volte viene indirizzato da curatori o critici a ciclo chiuso.
Le gallerie rimango importanti ma il vero centro nel mondo dell’arte: rimane l’Artista e la propria ricerca.
 
A cura di Francesca Pucci

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