La geotermia produce in Italia, pressochè totalmente all’interno della regione Toscana, circa 5,9 terawattora di energia elettrica. Si tratta di poco più del 5% del complesso della produzione da energie rinnovabili e circa il 2% rispetto al totale del consumo (il 32% in Toscana).
Lo sviluppo della geotermia è raccomandato in quanto fa parte del complesso delle energie rinnovabili a basso o nullo impatto in termini di gas climalteranti nell’aria ma spesso trova contrasti in parte della popolazione per presunti impatti in termini di inquinamento ambientale.
Si tratta di un dibattito che accompagna da sempre la gestione e lo sviluppo del settore e che richiede, specialmente in questa fase di transizione energetica di tipo emergenziale l’abbandono di atteggiamenti di contrasto a priori. La scienza, i monitoraggi e le analisi approfondite sono lo strumento essenziale per sgombrare il campo da “false informazioni” e per gestire nel miglior modo possibile quest’area di produzione energetica.
Lo sviluppo della geotermia potrebbe portare nell’arco dei prossimi trent’anni a quasi triplicare la produzione di energia elettrica da questa fonte per arrivare ad una produzione intorno ai 15 terawattora all’anno. Si tratterebbe di un più che raddoppio del peso sul consumo generale di energia elettrica per arrivare a quasi il 5% rispetto all’attuale 2%.
Ma la produzione di energia elettrica non è il solo obiettivo nell’uso del calore geotermico. Ma vanno sempre più considerati gli usi a fini di riscaldamento termico, sia per scopi civili individuali e collettivi che industriali, e, in tale ottica, deve essere valutato con più attenzione l’utilizzo del calore a più bassa intensità.
Infine deve essere considerato, nel campo dello sfruttamento geotermico a fini energetici, il grosso sviluppo tecnologico che in Italia e all’estero può portare la produttività del settore a livelli ancora oggi non sperimentati e che possono dare un forte impulso allo sfruttamento di tale risorsa.